Ho scritto la prefazione a “Lo straniero” di Albert Camus. Come passeggiare con un Maestro che ti tiene la mano sulla spalla.
Ho letto molte volte “Lo straniero”, l’ho letto da ragazzino ascoltando “Killing an Arab” dei Cure, quando ancora Robert Smith non era stato costretto a modificare il titolo in “Kissing an Arab”.
L’ho letto poi da studente di filosofia, riflettendo sulla condizione di straniero tra stranieri. L’ho riletto altre volte nel corso della mia vita e ho avvertito la solitudine del protagonista come la vera carta universale di appartenenza al genere umano.
Ma resta sempre la prima sensazione. Il caldo e il sole accecante, la sabbia umida sotto i piedi, la paura mortale di aver sbagliato tutto senza sapere perché e la voce squillante di Robert Smith che accompagna quest’incubo: “I’m alive, I’m dead, I’m the stranger killing an Arab”.
© Roberto Saviano